CHE COSA E’ L’ANALISI BIOGRAFICA A ORIENTAMENTO FILOSOFICO
L’analisi biografica a orientamento filosofico (Abof) è una relazione di cura in senso filosofico. Nata agli inizi degli anni Duemila in Italia, nell’area milanese, è oggi praticata in diverse città italiane.
L’ispiratore è Romano Madera.
Coloro che si sono formati nella Scuola Philo di Analisi biografica a orientamento filosofico e praticano professionalmente questo metodo di cura si definiscono “analisti filosofi”.
Rivisitando i campi della filosofia e delle psicologie del profondo l’analisi biografica a orientamento filosofico costituisce una nuova area di studio e di pratiche per gli individui e i gruppi che desiderano esplorare le implicazioni biografiche, la spinta vocazionale, le attitudini e le risorse del proprio progetto esistenziale in una prospettiva di ricerca di senso e di responsabilità individuale, interpersonale e comunitaria. Si rivolge, pertanto, all’ interezza del soggetto e alla sua capacità di reperire un senso vitale nel flusso molteplice dell’esperienza e nelle ordinarie sfide e sofferenze esistenziali, passaggi ineludibili, non psicopatologici e comuni nella vita di tutti gli umani.
Si tratta, dunque, della dimensione della cura di sé come cifra originaria del modo di vivere filosofico che Martin Heidegger chiarisce nella sua distinzione tra Sorge e Kur, ossia tra l’aver cura e il curare (in inglese to care e to cure): l’avere cura, non solo dell’anima ma dell’esistenza tutta, è centrale per l’intera storia della filosofia e, da Socrate a Foucault, svolge una funzione trasformativa, dunque “terapeutica” nel senso originario del termine.
Esercitando una pratica filosofica, sono richiesti all’analista non solo la competenza professionale acquisita nella formazione ma anche l’indirizzo vocazionale alla filosofia, concretizzato nella dedizione agli esercizi filosofici personali e comunitari.
Per l’Analisi biografica a orientamento filosofico il metodo è costituito in primo luogo dall’analista stesso nel senso che la formazione a questo metodo è, innanzitutto, “formazione della persona”: in questo “singolare” aspetto – sempre integrato alle competenze professionali rigorosamente maturate – l’analisi biografica a orientamento filosofico si fonda e si caratterizza rispetto a ogni altra formazione sia psicoanalitica sia relativa alla consulenza filosofica.
Vedi anche: Dialoghi tra filosofia e psicoanalisi, 2021, intervista a Romano Màdera a cura di Davide D’Alessandro (https://www.youtube.com/watch?v=sDAKD1KRcpM), Che cosa è l’analisi biografica a orientamento filosofico? di Romano Màdera (https://sabof.it/PDF/2016-madera-analisibiograficaorientamentofilosofico.pdf), Dodici domande su psicoanalisi e filosofia (https://sabof.it/PDF/2018-Madera-dodicidomandepsicoanalisifilosofia.pdf) di Romano Màdera e l’intervista a Moreno Montanari sull’Analisi biografica a orientamento filosofico ( https://www.officinafilosofica.it/blog/intervista-a-moreno-montanari/).
Segnaliamo inoltre la pubblicazione del primo libro collettivo sull’analisi biografica a orientamento filosofico. Qui si possono leggere l’Indice e l’Introduzione. Il volume, intitolato “L’analisi filosofica. Avventure del senso e ricerca mito-biografica” è stato curato da Paolo Bartolini e Chiara Mirabelli e include saggi di numerosi analisti filosofi appartenenti a SABOF.
CHI E’ E CHE COSA SA FARE L’ANALISTA FILOSOFO (IN 14 PUNTI)
- Innanzitutto è un filosofo (1): è filosofo perché impegnato a trasformare la sua esistenza in una consapevole pratica di ricerca di senso, partecipando alla vita di una comunità-scuola filosofica e dandosi una disciplina individuale e costante di esercizi corpo-mente finalizzati a questa ricerca.
- E’ vitalmente interessato al mondo della storia collettiva e capace di leggere i contesti e le cornici delle relazioni duali e dei processi individuali.
- Aiuta gli altri a riportare ai nessi biografici ogni contenuto si presenti, invitandoli all’autoriflessività propria del racconto e della scrittura autobiografica.
- Sta nel rapporto con l’altro sentendo e interrogando ciò che passa nella relazione, riconoscendo e accogliendo stati emotivi e capacità cognitive sedimentati nella storia dei partecipanti all’incontro. In altri termini, è consapevole di stare nella relazione trasferale e cotrasferale.
- E’ in grado di distinguere e di aiutare a distinguere le dimensioni psicopatologiche che richiedono un trattamento specifico diverso da quello che è in grado di offrire. Sa indirizzare ad altri domande esplicite o implicite che ritiene troppo distanti dalle sue competenze.
- Impara a vivere i suoi limiti e la sua impotenza in modo differente da una sconfitta, sforzandosi di considerarli come esercizi preziosi che ricordano la misura propria di tutti e di tutte le cose e che rimandano alla interdipendenza con gli altri e con la natura esterna a sé.
- Valorizza e legge le forme del pensiero immaginativo insieme a quelle del senso comune e dell’argomentazione. In particolare lavora con i sogni, con le fantasie e con il gioco.
- Sente il suo corpo e il suo gesto con consapevole partecipazione e con la cura di chi li ritiene dimensioni fondamentali di espressione e di interrelazione. Sa indirizzare gli altri all’apprendimento di pratiche corporee significative per il loro percorso biografico.
- Costruisce regole e tecniche di assetto degli incontri (assetto, o setting, interiore ed esteriore) con la propensione a studiarne l’applicazione individualizzata.
- E’ consapevole di rappresentare un bisogno e una funzione educativa e pedagogica sempre presenti nelle relazioni. Dovendo e sapendo, in primo luogo, essere sempre allievo delle situazioni e degli incontri, sa insegnare valorizzando la ricerca del maestro interiore.
- Mostra le possibilità di “immaginare altrimenti” le situazioni, le comunicazioni, le inerzie, gli ostacoli.
- Sta nel silenzio e nella compartecipazione empatica ogni volta che l’esperienza tocca ciò che in quel momento eccede ogni parola oppure segnala il sentimento dell’irrimediabile.
- Sa aiutare a intravedere in modo vivo, biografico, partecipe e attento ai dettagli (2) le possibilità di trascendere la prospettiva egoica, nel senso della ricerca di un pensiero-discorso vero (capace cioè di sostenere ed esprimere la complessità del reale); la possibilità di trascendere il proprio interesse per l’interesse comune; la possibilità di trascendersi nella conoscenza e nel sentimento della cosmicità dell’esistenza; la possibilità di trascendere qualsiasi maestro per la sequela della figura interiore della saggezza-conoscenza.
- Infine e sopra ogni cosa cerca di ricordare a se stesso, ogni giorno, che le indicazioni date qui sopra, come ogni altra regola o scopo, cognizione, tecnica, legittimazione, carica o riconoscimento, sono sempre infinitamente piccole di fronte al sentimento della vita che devono e possono nutrire e del quale, soprattutto, devono nutrirsi. Tuttavia, proprio perché ogni dichiarazione di intenti (e ogni regola) è intrinsecamente limitata e provvisoria, proprio per questo va compresa e rispettata con la massima cura prima di considerarsi in grado di farne a meno.
Note:
(1) Ma in un senso diverso dal lettore o dall’insegnante di filosofia, o dall’esperto in filosofia, o di chiunque usi la filosofia per un’occupazione o per farsi una cultura, o anche per divertirsi intelligentemente.
(2) Questo si dice per invitare a osservare criticamente la tendenza a somministrare agli altri bocconcini o pillole indigeribili di sentenziosità filosofiche, religiose o della cosiddetta alta cultura senza un’adeguata valutazione del momento, del tono emotivo, della propensione all’integrazione e alla trasformazione dei contenuti proposti.